LE CITTA’ INVISIBILI DI ITALO CALVINODigitale

Ho sempre trovato l’attività laboratoriale sulle Città invisibili di Calvino molto stimolante, perché si tratta di un libro unico nel suo genere: un’opera narrativa che supera i confini del romanzo tradizionale per diventare una raccolta di città immaginarie, descritte con linguaggio poetico, simbolico e filosofico. E’ costituito da una serie di dialoghi tra l’esploratore Marco Polo e l’imperatore Kublai Khan, ai quali si alternano descrizioni di città dai nomi femminili, tutte profondamente diverse eppure unite da un filo tematico comune: la riflessione sull’uomo, sulla memoria, sul tempo, sul desiderio e sulla trasformazione. In realtà, le città che Calvino immagina non esistono sulla carta geografica: sono città interiori, metafore di stati d’animo, di idee e di contraddizioni del mondo moderno. Alcune sono fatte di sogni e nostalgia, altre di rifiuti e consumismo, altre ancora sono in continuo cambiamento o nascondono mondi primitivi sotto la superficie. Proprio per la sua ricchezza simbolica e creativa, questo testo si presta ad un lavoro didattico interdisciplinare e formativo, in grado di coinvolgere gli studenti della scuola secondaria in modo attivo e partecipato. Attraverso la lettura guidata di alcune città selezionate (come Leonia, Raissa, Teodora, Pentesilea, Olinda, Cecilia, ecc. i tutto sono quaranta città prese in considerazione), i ragazzi possono riflettere su temi attuali come: • l’identità personale e collettiva, • la sostenibilità ambientale, • la memoria e il cambiamento, • il desiderio, la paura, l’attesa, • la diversità dei punti di vista e l’importanza dell’immaginazione. Le attività proposte, tra lettura, discussione, scrittura creativa, disegno simbolico e riflessione personale, hanno lo scopo di: • stimolare la capacità di interpretazione e pensiero critico, • educare alla lettura del simbolo e della metafora, • valorizzare la creatività individuale, • sviluppare una visione più profonda della realtà e delle proprie esperienze. L’approccio scelto è volutamente laboratoriale e aperto: ogni città è un piccolo mondo da scoprire, che offre spunti per esplorare non solo la letteratura, ma anche l’arte, la cittadinanza, l’attualità e il sé. In un tempo in cui i ragazzi vivono spesso immersi in spazi standardizzati e in pensieri semplificati, Le città invisibili rappresenta un’occasione preziosa per allenare l’immaginazione, il linguaggio e la sensibilità, e per scoprire che leggere non significa solo capire una storia, ma imparare a vedere il mondo in modi nuovi. Il metodo di lavoro che vi presento e che ho già ovviamente sperimentato nelle mie classi, funziona perché non è solamente un approccio tradizionale alla lettura, ma un progetto dinamico, coinvolgente e moderno, che non solo stimola la creatività degli studenti, ma permette anche di sviluppare competenze trasversali molto importanti, in modo interattivo e multidisciplinare. E’ un’esperienza che coinvolge gli studenti in attività pratiche, come la creazione di città immaginarie, scrittura creativa, dibattiti filosofici e progettazione visiva. Ci sono diverse attività pratiche e manuali: come costruire mappe di città su carta o su piattaforme digitali, scrivere lettere dai “cittadini” di città immaginarie, o anche disegnare “skyline” fantastici. L’attività didattica non si limita alla letteratura, ma può essere adattato per integrare arte, geografia, filosofia, storia, e anche scienze sociali, in base al tipo di scuola. La creazione delle città immaginarie può collegarsi, ad esempio, alla geografia, stimolando i ragazzi a pensare alla progettazione di città sostenibili. La filosofia entra quando si riflette sul significato delle città e sul loro legame con l’animo umano. Questo approccio è molto utile per potenziare le competenze trasversali degli studenti, inoltre l’approccio “learning by doing” propone attività dove gli studenti imparano facendo. Per esempio, disegnando mappe di città, facendo simulazioni, creando contenuti multimediali o scrivendo racconti. Inoltre le città immaginarie sono ricche di metafore che stimolano a pensare e riflettere su temi profondi, per cui gli studenti sono stimolati a sviluppare un pensiero critico sulla società, sulla cultura e sull’identità. Si tratta di un’attività che incoraggia gli studenti a mettere in discussione ciò che conoscono e a pensare “fuori dagli schemi”. Anche l’aspetto della creazione di città è perfetto per esercitare la creatività degli studenti e attività didattiche che coinvolgano l’immaginazione. Questo tipo di lavoro aiuta a liberare la fantasia, incoraggiando anche la risoluzione di problemi in modo originale, che è una competenza fondamentale per gli studenti di oggi. Le attività di gruppo, come la creazione di una città insieme o la scrittura di un racconto collettivo, sono occasioni perfette per sviluppare la collaborazione tra gli studenti, quindi favorisce il lavoro di squadra e migliora le dinamiche di gruppo. Le attività che propongo possono essere facilmente personalizzate per rispondere alle esigenze specifiche di ogni classe, sia essa di medie o di superiori. Ad esempio, per i ragazzi delle medie le attività sono più pratiche e visuali, come creare sketch di città o racconti brevi, mentre con i ragazzi delle superiori si possono attuare analisi filosofiche delle città e dei loro significati simbolici. Le attività che ho pensato si adattano facilmente agli obiettivi del programma scolastico, integrandosi perfettamente in letteratura, ma anche arte, scienze sociali o educazione civica. Questo permette una facile integrazione trasversale con altre discipline. I ragazzi trovano Le attività legate a Le città invisibili particolarmente coinvolgenti, poiché li mettono al centro del processo di creazione: il fatto che possano inventare e immaginare luoghi fantastici, ma anche riflettere su temi universali come la società e l’identità, li motiva a partecipare attivamente e a mettersi alla prova e rendere gli studenti più legati emotivamente all’opera di Calvino, stimolando riflessioni profonde e facilitando un collegamento tra la letteratura e la loro vita quotidiana. 1. Finalità Il percorso si propone di: • Avvicinare gli studenti a un classico della letteratura italiana del Novecento attraverso un approccio tematico e creativo. • Sviluppare la capacità di lettura critica, interpretazione simbolica e riflessione personale. • Promuovere l’educazione alla cittadinanza attiva e alla consapevolezza di sé, attraverso l’esplorazione di tematiche esistenziali e civiche. • Favorire la connessione tra letteratura, arte, filosofia e attualità in un’ottica interdisciplinare. 2. Obiettivi didattici specifici • Leggere e comprendere testi letterari non lineari e simbolici. • Riconoscere e interpretare metafore, allegorie e strutture narrative complesse. • Esprimere opinioni e riflessioni in forma scritta e orale. • Stimolare la creatività attraverso la scrittura immaginativa e la rappresentazione visiva. • Promuovere l’educazione alla sostenibilità, alla memoria, al dialogo interculturale e alla pluralità di punti di vista. 3. Competenze attese • Italiano: comprensione del testo, interpretazione simbolica, produzione scritta (narrativa e riflessiva). • Educazione civica: riflessione sui temi del consumo, dell’ambiente, dell’identità, della cittadinanza. • Arte: rappresentazione grafico-simbolica delle città e dei concetti astratti. • Competenze trasversali: pensiero critico, problem solving, espressione delle emozioni, collaborazione. 4. Metodologia Il percorso si basa su un approccio laboratoriale e interdisciplinare che si differenzia tra secondaria di primo grado e secondo grado. Per la secondaria di primo grado ogni modulo prevede: • Lettura guidata e analisi di una o più città dell’opera. • Discussione collettiva con domande stimolo. • Attività di produzione (testi narrativi, riflessioni, disegni, mappe concettuali). • Attività cooperative (gruppi di lavoro, confronto di interpretazioni). • Collegamenti con Educazione Civica, Arte, Geografia e Filosofia per ragazzi. Per la secondaria di secondo grado ogni modulo prevede: • Breve introduzione critica su ogni città • Analisi del brano • Domande guida per la discussione • Approfondimento tematico e confronto con testi di altre discipline • Produzione scritta (testo argomentativo e creativo) • Condivisione e riflessione con domande guida • Dibattito con relative domande per stimolarlo • Posizioni per il dibattito: sostenitori della metafora e oppositori • Punti di riflessione con domande L’insegnante assume il ruolo di facilitatore, accompagnando gli studenti nell’esplorazione dei significati profondi del testo. 5. Verifica e valutazione La valutazione sarà formativa e sommativa, basata su: • Partecipazione attiva alle discussioni. • Comprensione e rielaborazione dei testi letti. • Qualità delle produzioni scritte e creative. • Capacità di esprimere riflessioni personali in modo chiaro e consapevole. Si prevede l’elaborazione finale di una mappa simbolica o un elaborato personale ispirato a una “città invisibile” ideata dagli studenti. 6. Durata e tempistiche Il percorso si articola in incontri a scelta del docente durante il secondo quadrimestre (variabile a seconda della scansione oraria e delle discipline coinvolte), da distribuire su un periodo di 4–6 settimane. 7. Risorse e materiali • Presentazione in power point, con slides comprensive del testo relativo alle varie città elencate nel libro Le città invisibili di Calvino e tutte allegate a questo lavoro. • Schede operative con le attività per ogni città che sono differenziate per ordine di scuola. Vi allego una scheda come esempio: La città di Diomira è un luogo che porta con sé una dimensione ambiguamente affascinante. Diomira è una città che appare in superficie come un paradiso idilliaco, un posto di grande bellezza e armonia, con architetture perfette e un paesaggio curato. Tuttavia, dietro questa perfezione si nasconde una realtà più complessa e difficile da decifrare. La città di Diomira è descritta come un luogo che sembra incarnare l’idea di una società ideale che, però, non è senza contraddizioni. I suoi abitanti sono felici in un modo che può sembrare superficiale e artificioso: la città è piena di gioia e festività, ma questa felicità sembra essere legata a una sorta di impostura, dove il benessere esteriore non sempre corrisponde a una verità interiore. Il vero significato di Diomira si svela solo quando la si osserva più da vicino, perché ciò che sembra perfetto e immobile ha radici in una realtà artificiale, una costruzione sociale che nasconde una certa distanza dalla vita autentica e concreta. Attività didattica: “Diomira e l’illusione del nuovo” Obiettivi didattici • Analizzare il testo di Calvino con un approccio critico e simbolico • Riflettere sul rapporto tra percezione e realtà, tra memoria e desiderio • Stimolare la produzione scritta argomentativa e/o creativa • Introdurre collegamenti interdisciplinari con arte, filosofia e sociologia urbana Descrizione dell’attività 1. Lettura e analisi del brano (20 minuti) Leggere ad alta voce in classe il breve passo in cui viene descritta Diomira, la città dai tetti d’alluminio e dalle insegne di porfido, che si visita “una sera di settembre, quando le luci sono tutte accese e l’aria ha un odore di prugne spadellate”. “Viaggiando si incontrano dieci, cento, mille Diomira, città tutte diverse e tutte identiche, che ti lasciano la stessa illusione di essere già state vissute.” Domande guida per la discussione: • Quali sensazioni evoca la descrizione di Diomira? • Cosa intende Calvino quando parla di “illusioni già vissute”? • Cosa rappresenta Diomira: il desiderio? l’abitudine? la ripetizione? 2. Approfondimento tematico (15 minuti) Stimolare un confronto con altri concetti o testi: • Filosofia: il concetto di “eterno ritorno” in Nietzsche • Arte e architettura: l’estetica delle città moderne e postmoderne • Sociologia urbana: la standardizzazione degli spazi urbani (centri commerciali, catene globali, ecc.) 3. Produzione scritta (30–40 minuti) Traccia 1 – Testo argomentativo: “Diomira è una città che si presenta come nuova, ma che in realtà riproduce sempre le stesse emozioni e immagini. In che modo questa città può rappresentare l’esperienza del mondo contemporaneo, fatto di spazi simili, emozioni ripetute e illusioni di novità?” Traccia 2 – Testo creativo: “Immagina di visitare una città come Diomira. Racconta l’esperienza, soffermandoti sulle emozioni, sui luoghi, sulle persone che sembrano nuove, ma che riconosci inconsciamente. Il tuo testo può essere una descrizione poetica, un racconto breve, o un diario di viaggio.” 4. Condivisione e riflessione (facoltativa – 20 minuti) Invitare gli studenti a leggere alcuni brani prodotti e avvia una riflessione collettiva: • Cosa ci fa credere che qualcosa sia nuovo? • Quanto conta la memoria nella percezione di un luogo? • Le nostre città ci offrono davvero esperienze uniche, o solo variazioni della stessa esperienza? Competenze attivate • Comprensione e analisi di un testo letterario complesso • Riflessione critica su concetti astratti (memoria, identità, illusione) • Produzione di testi scritti coerenti e originali • Connessioni interdisciplinari (letteratura, filosofia, arte, educazione civica). Dibattito: “Diomira” come simbolo della bellezza esteriore che può nascondere una realtà più complessa e difficile da affrontare. La città rappresenta l’illusione di un benessere superficiale, che ci porta a riflettere sul vero significato della felicità e sul contrasto tra la perfezione esterna e la profondità interiore. In che modo possiamo evitare di cadere nella trappola di apparenti felicità e armonia superficiali, e come possiamo cercare una felicità autentica che sia radicata in una comprensione più profonda di noi stessi e del mondo? Domande per stimolare il dibattito: 1. Diomira sembra una città perfetta, dove la bellezza e la felicità sono visibili in ogni angolo. Tuttavia, la perfezione esteriore può nascondere delle difficoltà interiori. In che modo possiamo riconoscere quando un’apparente armonia esteriore nasconde delle discrepanze interiori o delle illusioni? Come possiamo distinguere la felicità autentica da quella superficiale? 2. Gli abitanti di Diomira sembrano vivere in un’armonia che può sembrare artificiosa o precaria. In che modo la ricerca di una felicità esteriore (come il successo, la bellezza, la perfezione) può distrarci dal cercare una realizzazione interiore? Quanto è importante per noi coltivare una felicità che non sia solo visibile, ma che venga dalla soddisfazione profonda? 3. La perfezione di Diomira sembra anche suggerire l’idea di una città che è un po’ troppo “ideale” per essere vera. Come possiamo evitare di vivere in una realtà che ci appare come un paradiso superficiale, ma che alla fine non ci soddisfa veramente? In che modo possiamo essere più consapevoli delle nostre aspettative e cercare un benessere che sia veramente autentico? 4. Teoricamente, Diomira potrebbe essere vista come un luogo che non permette di vedere oltre la perfezione, di osservare ciò che sta al di sotto della superficie. Come possiamo sviluppare la capacità di andare oltre le apparenze per scoprire la verità nascosta? Quanto è importante cercare autenticità piuttosto che accontentarsi di un’illusione di bellezza o felicità? 5. La felicità a Diomira sembra essere legata a un certo ordine estetico, ma potrebbe trattarsi di una felicità che non porta a una vera crescita interiore. Come possiamo bilanciare il desiderio di bellezza e armonia con il bisogno di senso e autoconsapevolezza? La ricerca di un’estetica perfetta è sempre sinonimo di felicità? Obiettivo del dibattito: Il dibattito su Diomira solleva una riflessione profonda sulla relazione tra bellezza e autenticità. La città di Diomira ci invita a pensare a quanto spesso ci accontentiamo di una felicità che è solo una facciata, un’illusione che nasconde la complessità della vita. Il tema centrale è se la vera felicità risieda nel perseguire un ideale estetico di perfezione o se invece dipenda dalla profondità interiore, dalla nostra capacità di essere sinceri con noi stessi e con gli altri. In definitiva, si tratta di un confronto tra il desiderio di bellezza superficiale e la ricerca di una felicità autentica, che si radica nel nostro essere più profondo. Possibili posizioni per il dibattito: • Sostenitori della metafora: “Diomira ci mostra il pericolo di cercare un benessere esterno senza affrontare le questioni più profonde della nostra esistenza. La bellezza perfetta e la felicità apparente non sono sufficienti a dare significato alla vita. Dobbiamo imparare a cercare una felicità che non si basa sulle apparenze, ma che nasce da una comprensione più profonda e autentica di noi stessi e del mondo che ci circonda.” • Oppositori della metafora: “La perfezione di Diomira può essere vista come un esempio di come una società possa aspirare a una bellezza e armonia esteriore che possano portare a un benessere collettivo. Non dobbiamo dimenticare che l’estetica e l’armonia sono parte della nostra esperienza umana e che perseguirle non significa rinunciare a una felicità autentica. La felicità visibile può essere il primo passo verso un benessere completo.” Altri punti di riflessione: • La ricerca della bellezza e dell’armonia: La città di Diomira ci invita a riflettere sulla bellezza perfetta come ideale di vita. Quanto siamo disposti a perseguire una vita che sia armoniosa e visibilmente bella, ma che potrebbe nascondere delle difficoltà interiori? La bellezza esteriore è sempre sinonimo di felicità, o a volte può diventare una maschera per nascondere altre verità più complesse? • Autenticità vs. apparenza: Nella società moderna, siamo spesso circondati da immagini di perfezione e felicità, come quelle che rappresenta Diomira. Come possiamo fare in modo che la nostra ricerca di felicità non si limiti a un’illusione visibile, ma che sia sincera e radicata in una vita autentica? • Il valore delle “imperfezioni”: Diomira è una città di perfezione apparente, ma potrebbe farci riflettere sul valore delle imperfezioni nella vita. Quanto spesso ci concentriamo sulle imperfezioni come segni di fallimento, piuttosto che come elementi che danno profondità e realismo alla nostra esperienza? Conclusione: Il dibattito su Diomira ci invita a esplorare il rapporto tra bellezza esteriore e felicità autentica. La città, pur rappresentando un luogo ideale e perfetto, solleva domande sulla possibilità che l’apparente perfezione nasconda delle contraddizioni e un senso di vuoto interiore. La vera felicità, come suggerisce il dibattito, non dovrebbe essere un obiettivo superficiale, ma piuttosto una ricerca di autenticità e realismo, che si radica in una comprensione profonda della vita e delle nostre relazioni. La città di Diomira ci mette in guardia contro il pericolo di vivere in un mondo di illusioni, dove la bellezza e la felicità sono solo estetiche e non segni di realizzazione interiore. PER OGNI CITTA’ C’E’ UNA SCHEDA DIDATTICA DIVERSA! Le attività che troverete in allegato sono due: la prima adatta alla scuola secondaria di primo grado, la seconda alla scuola secondaria di secondo grado, molto più approfondita anche dal punto di vista tematico ed interdisciplinare.

Tipo di scuola liceo
Classe /età Terza media, Quinta liceo, istituto technico/istituto professionale, risorsa per l'insegnante
Materia Italiano
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Numero di pagine (incluso il frontespizio) 101 o più
Il materiale contiene risposte? No
Il materiale è adatto per (puoi sceglierne diversi) Insegnante
Note aggiuntive per i genitori
Quanto dura solitamente l'attività (da...a) oltre 120 minuti
Ulteriori informazioni relative al tempo attivo

daniela solenghi

Sono una docente di ruolo nella scuola secondaria, insegno italiano, storia, geografia. Sono anche storica dell'arte.

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