Vi presentiamo un’intervista con Ginevra e Giuditta, due sorelle che insieme hanno creato la piattaforma Laboratorio Interattivo Manuale. Appassionate di lapbook, oggi collaborano con alcune delle più grandi case editrici in Italia, Edizioni Erickson e Rizzoli Education. Condividono i loro materiali sulla nostra piattaforma Edudoro.eu, e vi invitiamo a leggere le loro idee su come rendere facile e concreto l’apprendimento con la loro idea della didattica attiva APRENDO-APPRENDO®.
Come mai avete deciso di entrare nel mondo dell’educazione e creare i vostri materiali educativi?
Abbiamo iniziato un po’ per caso… durante un tirocinio in biblioteca di Giuditta, in quarta superiore, il bibliotecario ci ha chiesto di fare una lettura animata per bambini. Questa esperienza ha portato con sé la scoperta che ci piaceva raccontare storie ai bambini e inventare laboratori creativi per loro. Una maestra ha assistito a una di queste letture e ci ha invitate a fare un laboratorio nella sua classe. Da lì non abbiamo più smesso! All’inizio ci appoggiavamo a materiali che trovavamo nei libri e sul web. Poi pian piano, abbiamo iniziato a creare i nostri materiali. Di fatto ci occupiamo di bambini e scuola da oltre vent’anni, un periodo di tempo che ci ha permesso di crescere come professioniste ma anche di sperimentare diverse didattiche e approcci. Sul nostro sito siamo ritratte in una foto con il camice da scienziato, questo perché riteniamo che l’insegnante deve sempre essere aperto a nuove sfide e a indagare i meccanismi dell’apprendimento e nuove metodologie: non esiste un metodo perfetto, né una didattica infallibile. Esistono molte didattiche e molti approcci che un bravo insegnante deve mixare al meglio per il gruppo classe e i bambini a lui affidati. L’insegnante deve essere una persona pronta a sperimentare, a mettersi in gioco e capace di mettere in discussione il proprio operato.
Cosa vi dà più soddisfazione nel vostro lavoro?
La cosa che ci dà più soddisfazione è vedere i bambini e i ragazzi fare le cose da soli, senza bisogno del nostro aiuto. Vederli diventare autonomi e competenti è per noi la cosa più bella e anche la dimostrazione che abbiamo fatto un buon lavoro. L’obiettivo degli insegnanti deve essere sempre quello di dare gli strumenti affinché i bambini non abbiamo più bisogno di sostegno e aiuto. Quando ti guardano, e con gli occhi che scintillano ti dicono: “Maestra, guarda ce l’ho fatta!” noi ci sentiamo ripagate di tutte le fatiche.
Com’è nata la collaborazione con Edizioni Erickson e Rizzoli Education?
La nostra collaborazione con Edizioni Centro Studi Erickson è iniziata nel 2015, in quel periodo avevamo cominciato a pubblicare alcuni lapbook sul nostro blog www.laboratoriointerattivomanuale.com ed Erickson si è interessata all’argomento e ci ha contattate per vedere se poteva nascere una collaborazione. Un anno dopo è uscito il manuale “Il mio primo lapbook” a cui sono seguiti altri due manuali, nove quaderni operativi e tre libri gioco sullo stesso argomento. La collaborazione si è poi estesa ad altri temi, come i poster attivi, le Escape room e la didattica a stazioni. La collaborazione con Rizzoli Education è arrivata attraverso Erickson, infatti le due case editrici collaborano nell’ambito della scolastica. Con loro abbiamo avuto la possibilità di dare il nostro contributo a ben tre diversi sussidiari e scrivere per la rivista digitale PRIMARIA NEWS.
Cosa cambiereste nella realtà scolastica italiana?
La scuola italiana, purtroppo, è ancora troppo legata al concetto FATICA=APPRENDIMENTO.
Secondo noi è fondamentale proporre un approccio più attivo e ludico, incentrato sul learning-by-doing, in modo che i bambini siano protagonisti del proprio percorso di apprendimento. Vorremmo aule più grandi nelle quale fosse possibile organizzare aree di lavoro diversificate per promuovere una didattica aperta e un apprendimento decentrato, dove l’insegnante è a disposizione per sostenere e suggerire, un coach che si impegna a far emergere le potenzialità di ogni singolo studente. Un’altra cosa che riteniamo molto importante è quella di attuare un vero cambiamento della valutazione, che per noi deve essere formativa e volta a guidare lo studente nel suo percorso: una valutazione al servizio invece che una valutazione giudicante.
La vostra è una dinamica interessante, dato che siete sorelle e lavorate insieme, cosa che probabilmente molte sorelle e fratelli non sopporterebbero. Come fate?
Il nostro segreto sta nella nostra diversità: abbiamo abilità e competenze molto differenti che si compensano e ci permettono di raggiungere innumerevoli obiettivi che da sole sarebbero molto più complessi da raggiungere.
Negli anni abbiamo affinato i nostri punti di forza e imparato a suddividerci i compiti in modo da ottimizzare al meglio le energie e il lavoro.
Quali vantaggi vedete nella collaborazione con Edudoro.eu?
Quando abbiamo iniziato a condividere i nostri materiali online non esistevano piattaforme come Edudoro.eu, l’unico modo per condividere era creare un proprio blog e utilizzare i social media. In questo decennio, soprattutto dopo il lockdown la richiesta e la produzione di materiali digitali è aumentata notevolmente. Una piattaforma come Edudoro.eu dà la possibilità agli insegnanti di accedere a una banca di materiali ben organizzati e facili da reperire. Inoltre, permette agli insegnanti di fare community e di aiutarsi tra loro. Un’altra cosa che troviamo molto interessante di questa piattaforma è quella di poter scegliere se condividere i materiali gratuitamente oppure a pagamento. Siamo le prime che, negli ultimi dieci anni, hanno messo a disposizione centinaia di contenuti gratuitamente, ma riteniamo che sia anche giusto riconoscere e sostenere il lavoro dei colleghi che hanno speso del tempo per realizzare un progetto. Certe volte non ci si pensa, ma i materiali digitali sono a tutti gli effetti materiali di editoria, creati da un autore; come per i libri, è giusto riconoscere all’autore un compenso per il tempo che ha impiegato a realizzare quel materiale. Non dobbiamo dimenticare che il tempo è la moneta più preziosa che esiste e che utilizzare materiali realizzati da altri ci permette di risparmiare il nostro tempo.
Grazie per l’intervista!